C'è una cosa che mi riesce bene fare: muovere i piedi.
Non per fare magie con la palla ne per scattare al colpo di pistola fumante. Per camminare, già. Si muovono con la mia mente, la mia mente si muove con loro, siamo un tutt'uno, anima e piedi. E' una vita che solcano mari grigi di disperazione, piastronate, solchi, terra, sabbia, lasciano orme di gabbiano sulle pozzanghere, spente dalle nuvole e accese dal sole. Saltano, ragazzi se saltano, fino a stracciare quella tapezzeria di stelle che qualcuno ha messo nello sgabuzzino del mondo, stretto e basso, ma non abbastanza da privarmi il salto. Camminare e osservare. foglie che cadono gialle come pulcini, facce tristi, di ragazza, allegre e ridenti, la notte che si presenta come un grande "unisci i puntini", risolvi la vita con la morte, non abbiamo matite nucleari, qui, la poesia non si fa con l'atomica, ma con i piedi.
Quattro ruote e un sedile che scotta, ci agita, ci uccide. E io e i miei piedi contempliamo dalle suole, tutto ciò che schiacciamo, tutto ciò che attraversiamo, tutto ciò che sentiamo tra pulcini morti, tra la ghiaia dei cimiteri, se solo potessero camminare nell'universo o in equilibrio sull'atmosfera. Che ci camminano a fare dentro questo maleodorante mare di male? Ma voi uomini che camminate a fare se avete imparato a volare, a superare la velocità della luce, fermatevi almeno su questa tomba che è il mondo, l'unica tomba dove i morti stanno fuori.
Fermi.
Gelidi.
Vuoti dentro, gomme da masticare sputate per terra calpestate dal loro stesso assurdo frenetico passo. Ma dove muovete quei piedi sciocchi, che li avete a fare se non per tartassarli? E dite che Dio vi ha creato per smentirvi creando. Non ha molto senso, nulla ha senso a pensarci bene, tutto ha un senso a pensarci male. Ma quanti passi ho fatto nell'insensatezza del mio cammino, e sbandavo ubriaco tra i ciotoli che si confondevano, e inciampavo su una palla di fieno e mi lanciavo nel sentiero impervio del Dio della montagna maestoso e imponente. E' lì che porto i miei piedi, tra i sassi, le rocce inutili che voi avete scordato, dove ogni filo d'erba respira cose che voi non avete mai respirato e gioiscono, se ne vantano.
Lascerò le mie orme di pulcino su un paio di cuori prima di imparare a camminare finalmente sulle vette della verità, puro e duro come un diamante, con i piedi devastati e graffiati che affondano nel fango nudi, sporchi, la loro meta è la stanchezza. E seppellitemi a testa in giù perchè è una vita che penso con i piedi.
e lo yoga del camminare...
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