martedì 11 ottobre 2011

Storie.

Il tempo non passa seduti su una panchina, ci costringe ad osservare, immaginare, credere e morire. Mi annega nella fantasia, nelle domande. Chi siete voi che passate? Quanta vita avete? E io, io chi sono? Cos'è questo buio dentro di me che vorrebbe brillare, questa voce muta che vorrebbe gridare?
Quante storie ci sono là fuori, alcune scoppiano d'energia, di vibrazioni, altre hanno già un lieto fine prima del tempo, prima della stessa fine, prima di tutto. Ci sono storie d'altri tempi sospese nella realtà, il loro nascondiglio preferito, il loro anfratto proibito, queste storie non parlano ne si svelano, si lasciano penetrare dal dolore e si cullano nella disperazione. Quanti padri e madri, quanti figli hanno baciato la terra, storie di distruzione l'hanno sommersa di lacrime, ma quante carezze ancora le vorrò dare, perchè non c'è storia che non sia passata di qua, non c'è piede che non abbia scritto sentieri. E io vi vedo, come vorrei vedere me, seduto qui, a riflettere su di te, mondo, su quante storie hai generato, storie dentro storie, su di te, universo, storie di galassie, storie di stelle. Su di me, povero diavolo frutto di una storia forse diversa, forse no, a modo suo bella, come i confini radioattivi dell'universo dove è morta l'ultima scintilla, dove non resta nulla se non un sorriso.

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